Museo BMW di Monaco

Situato presso lo storico quartier generale BMW a Monaco, questo museo ha riaperto al pubblico nel 2008 dopo un lungo restauro.  Come era già stato dalla sua prima apertura nel 1973,  si conferma un esempio di design e innovazione integrandosi con il palazzo definito ‘4 cilindri’ per via della sua forma composta da 4 torri cilindriche affiancate.

Come da tradizione negli allestimenti BMW, il colore dominante è il bianco delle pareti, col nero a fare da contrasto su pavimenti e soffitti. I diversi blocchi espositivi sono organizzati in 7 aree tematiche, collegate tra loro da 25 passerelle sospese, che offrono una bella vista sul resto del museo. Tutto è improntato al design, fin dall’ingresso, dove fa bella mostra di sé un prototipo che reinterpreta in chiave moderna la storica BMW M1.

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Proseguendo, si incontra la scultura ‘Kinetic’: una serie di 714 sfere metalliche sorrette da sottili fili di acciaio, mosse da un computer. Illustrano il processo di definizione della forma, nel design automobilistico. Scorrendo in alto e in basso, le sfere riproducono una serie di forme, prima di arrivare a costituire la sagoma di una Z4 Coupé.

scelta museo

La mostra parte dalle origini, da quel 1929 in cui, acquisito lo stabilimento di Esinenach (produceva le Austin Seven, note col soprannome di ‘Dixi’), BMW realizza il suo primo modello 3/15. Una utilitaria importante, che aiutò la Casa dell’elica a superare con successo il periodo della Grande Depressione.
La mostra propone quindi il tema delle auto sportive, cui si viene introdotti da un bel parallelo tra la BMW 328 del 1936, caratterizzata dalla linea affusolata e dal telaio tubolare, e l’attuale M6. Il concetto di sportività viene estremizzato con l’esposizione relativa alla Formula 1. Comprende, oltre alle Brabham degli anni ’80 motorizzate BMW, le più recenti Williams e Sauber, con diversi motori impiegati nella massima competizione automobilistica.

Il tour prosegue con una carrellata dedicata alle più belle cabrio di casa BMW: in quest’area non si può non notare la splendida 507 del 1956, un’ardita mossa con cui BMW, nonostante la sua crisi finanziaria, si lanciò nel settore delle roadster di lusso.
Dalla 507 alla Z8 il passo è breve: le due auto sono divise da 44 anni di storia, ma Z8 è un evidente revival della 507. In mostra la singolare Z1 del 1988, caratterizzata dalle portiere ‘a scomparsa’ nel pianale.

Un’area è dedicata alla BMW 250, costruita sul progetto della simpatica Isetta che BMW acquistò negli anni ’50 dall’italiana Iso-Rivolta. Questa singolare monovolume, dalla forma simile a quella della cabina di un elicottero, aveva la particolarità dell’unica portiera frontale, e delle ruote posteriori sistemate al centro della vettura. Del tutto singolare il modo in cui BMW ha esposto i modelli sviluppati negli anni ’70, cui ha maggiormente legato la propria immagine: serie 3, serie 5, serie 6 e serie 7 sono ‘impilate’ in ordine cronologico una sopra l’altra, mediante un’esile struttura che permette di ammirarle anche da sotto.

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La storia procede col tema del ‘lusso’: in un caldo ambiente rivestito di parquet, BMW espone le sue berline di lusso, dalla 335 del 1939 alla prima serie 7 con motore Diesel. Uscendo da questa ‘area, si incontra una simpatica scultura, costituita dalle targhette identificative di tutti i modelli di auto BMW, sospese con sottili fili di nylon lungo una ‘scala del tempo’.
Notevole spazio è dedicato anche alla multimedialità: nella sala dedicata all’evoluzione della comunicazione, BMW alterna stampe e video, per ripercorrere il processo di evoluzione della propria pubblicità. Si sovrappongono su pareti motorizzate, che intrattengono il visitatore con un percorso dinamico.

Un apposito spazio è dedicato al design, alla modellazione dei materiali, e alle maquette di alcuni prototipi. Segue un altro spazio multimediale, in cui il visitatore mediante il semplice sfioramento di una superficie, può approfondire la propria conoscenza del marchio e dei suoi modelli, ‘navigando’ letteralmente come all’interno di un sito web.

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Particolarmente suggestivo lo spazio espositivo dedicato al reparto ‘M’, quel BMW Motorsport che ha firmato alcuni dei modelli più caratteristici e intriganti del marchio bavarese, qui esposti insieme ai relativi motori. Oltre alle BMW ‘M’ di serie, si possono ammirare anche diverse vetture impiegate nella competizioni.

Il ‘viaggio’ nel mondo BMW prosegue all’insegna dell’aerodinamica, con la 327 dalla linea affusolata, grazie alle ruote posteriori carenate. Non lascia dubbi sulle intenzioni dei progettisti. La mostra si conclude con l’ultimo obiettivo di BMW in ordine di tempo: la massima efficienza dei motori ed il rispetto per l’ambiente. Niente potrebbe esprimere questo concetto meglio dei prototipi a idrogeno.

Prima dell’uscita si può salire nella parte alta della ‘tazza’ (l’originario museo, che oggi costituisce solo parte della mostra) per ammirare alcuni prototipi e studi. Non è difficile immaginare quali modelli ne siano successivamente derivati. Ed abbandonando il museo, ci piace immaginare di poter rivedere, in uno dei prossimi modelli, alcuni tratti dei prototipi che abbiamo avuto modo di ammirare.

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