Oltrepò pavese, territorio dalle grandi promesse

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Da sempre le colline dell’Oltrepò pavese sono considerate come una delle zone vitivinicole più vocate in Italia per la produzione di vini di alta qualità. In passato, però, i produttori hanno dimostrato di badare più alla quantità di bottiglie prodotte che alla qualità, in vigna e in cantina, relegando l’Oltrepò a un ruolo di semplice comparsa nel panorama nazionale.

In sostanza, era difficile trovare vini di livello internazionale, capaci di competere con le migliori bottiglie italiane e straniere. Lentamente la tendenza è cambiata, e ora anche a sud di Milano si possono trovare dei vini di spessore, capaci di dare grandi soddisfazioni. Per esempio, il Pinot Nero Giorgio Odero di Frecciarossa e alcuni brut, sempre a base di Pinot Nero, quali il Giorgi 1870 Gran Cuvée storica dei fratelli Giorgi o il Cruasé Oltrenero (rosé) della Tenuta il Bosco; tutte bottiglie importanti, di grande intensità.

A essere migliorate, però, sono anche le etichette meno prestigiose, quelle che si trovano pure negli scaffali della grande distribuzione. Ne abbiamo avuto prova giovedì 20 ottobre, alla presentazione dei vini dell’Oltrepò a Milano, proposta dall’associazione Go Wine, sempre molto attiva.

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In degustazione c’erano bottiglie di alcune tra le più note aziende: Cà di Frara, Conte Vistarino, Monsupello, Quaquarini, Vercesi del Castellazzo, con alcuni esempi di vini freschi, a base di uve croatina, barbera, vespolina, pinot nero, uva rara, riesling, e di spumanti, anche con 60 mesi di permanenza sui lieviti prima della sboccatura, come la Riserva speciale della Conte Vistarino.

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Interessanti anche i prodotti di Bricco dei Roncotti, piccola azienda di Canneto Pavese (PV), come la Bonarda 2015, intensa nel colore al naso e ricca in bocca, con i suoi 14°, o il Mistero, uno stimolante “lombardo-supertuscan”, a base di sangiovese e cabernet sauvignon.

Marco Latour

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