Tutto su alimentazione Gpl

Parecchi costruttori di auto hanno a catalogo un sistema a doppia alimentazione benzina e GPL, una valida alternativa ai motori Diesel che prosegue la sua diffusione, grazie al basso costo di questo carburante ed alle ridotte emissioni nocive. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche di questo gas, valutando pro e contro della scelta.

Il Gpl è uno dei prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, e contiene principalmente due tipi di gas: propano e butano. La comune denominazione ‘gas petrolifero liquefacibile’, trova spiegazione nel fatto che, alla pressione ambientale, il GPL si trova allo stato gassoso. Tuttavia sottoponendolo ad una pressione di circa 4-5 bar, il gas passa allo stato liquido. Grazie a questa caratteristica è possibile aumentarne la densità, economizzando il trasporto e lo stoccaggio. Essendo un derivato del petrolio, la sua produzione non ha impatto ambientale. Come altri gas è inodore, viene odorizzato per consentirne la rilevazione. I principali usi sono per il riscaldamento e per l’autotrazione.

L’Italia è tra i primi paesi per densità di auto a doppia alimentazione benzina – Gpl. Questo gas si presta infatti facilmente alla combustione, per mezzo di una modesta modifica all’impianto di alimentazione dell’auto. Le prestazioni sono lievemente inferiori alla benzina (ma superiori al metano), e si ottengono con un consumo superiore. Questo fatto è dovuto al basso potere calorifico del Gpl, che non consente prestazioni superiori.

Tuttavia l’economia nell’utilizzo risiede nel basso costo di questo combustibile. Il prezzo infatti è meno della metà della benzina, pari a circa 0,6 euro/litro contro 1,4 euro/litro della benzina. L’alimentazione a Gpl inoltre garantisce una minore presenza di scorie incombuste nel motore. Si preservano dunque gli organi meccanici, oltre ad allungare i cambi olio. Anche le emissioni inquinanti sono ridotte, e talvolta non si è soggetti ai blocchi del traffico, per motivi di inquinamento ambientale. In ultimo diminuisce il rumore, per invia dell’inferiore emissione acustica della combustione.

Nell’auto lo stoccaggio del gas avviene per mezzo di bombole appositamente studiate. Di forma diversa, i serbatoi devono rispettare le recenti normative di omologazione, introdotte dal 2001 (ECE/ONU 67/01). Grazie a questa omologazione un’auto con alimentazione a Gpl può parcheggiare anche al primo piano interrato di un edificio. Altrimenti è possibile utilizzare solo i parcheggi fuori terra, non comunicanti con piani interrati. Non ci sono controindicazione a salire a bordo di navi e traghetti, previa segnalazione dell’alimentazione a Gpl.

Le bombole di moderna generazione sono provviste di numerose valvole, che consentono al gas liquefatto di preservare la pressione a cui si trova, evitando riempimenti eccessivi o surriscaldamenti del gas stesso. Le bombole hanno una durata di circa 10 anni, al termine dei quali vanno sostituite. Segnaliamo tuttavia che rispetto ad un veicolo a benzina o gasolio, l’utilizzo del Gpl non prevede la manutenzione di marmitte catalitiche o filtri antiparticolato.

Solitamente un impianto ha un costo che oscilla tra i 1.000 ed i 2.000 euro. Numerosi sono i distributori, che rendono facilmente effettuabile le operazioni di rifornimento. In Italia si contano ben 4.000 impianti, ed il rifornimento viene sempre effettuato da personale qualificato.

Dal punto di vista fiscale, alcune regioni riconoscono uno sconto sul pagamento del bollo annuale, oppure la totale esenzione, seppure per i primi anni (3 oppure 5) dalla prima immatricolazione. Sconto che viene però applicato se l’impianto è monovalente, vale dire solo Gpl con il serbatoio benzina che non supera i 15 litri di capienza.

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