Degustazione a Milano dei vini da vitigni autoctoni italiani

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In un mondo enoico dominato dai soliti vitigni internazionali, che purtroppo danno vita sempre più spesso a vini uguali tra loro, quasi indistinguibili, che si tratti di un cabernet sauvignon californiano, australiano o sudafricano, o di pinot nero, chardonnay e sauvignon delle parti più disparate del mondo (adesso si sono messi a produrre cabernet anche in Cina!), si sente l’esigenza di difendere e divulgare l’enorme patrimonio ampelografico italiano, uno dei più ricchi del mondo. Un patrimonio che riflette le enormi differenze tra i territori della nostra nazione, e dà origine una varietà di vini incredibile, ognuno diverso dagli altri per personalità e carattere. 

L’associazione Go Wine (nata ad Alba nel 2001 per promuovere l’immagine del vino di qualità, anche attraverso un’interessante attività editoriale) ne è consapevole e ogni anno organizza a Milano una degustazione di alcuni dei più importanti vini prodotti nel nostro paese con uve autoctone. Così, giovedì 21 gennaio 2016 si è svolta nelle sale dell’Hotel Michelangelo l’ottava edizione del tradizionale evento “Autoctono si nasce”, che consente di conoscere alcune delle realtà più significative del nostro territorio, proprio partendo da vitigni tipici delle nostre terre. 

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Tra i numerosi banchi d’assaggio è stato possibile conoscere produttori di tutte le regioni, strenui difensori del territorio attraverso la coltivazione e la valorizzazione di viti tramandate di generazione in generazione, spesso custodi di vitigni sull’orlo dell’estinzione. Basti pensare al mayolet della Valle d’Aosta (dove nascono anche vitigni sconosciuti in altre regioni, come il cornalin, il fumin, il petit rouge, il prié blanc, la petite arvine…), l’aglianico campano, l’ortrugo dell’Emilia Romagna, il gaglioppo calabrese e così via, in una infinità di sfumatore cromatiche e olfattive.

In particolare ci hanno colpito la freschezza e l’intensità dei dolcetto di dogliani, la morbidezza del Lacrima di Morro d’Alba di Mancinelli (eccellente anche il passito rosso) e i profumi floreali e l’equilibrio della ribolla gialla di Graunar. Di spessore anche il barolo dei cru Corini – Pallaretta 2011 dell’azienda Le Strette, di Novello, in provincia di Cuneo (provenienti da un vigneto di 8000 metri quadrati di 35 anni di età, su suoli calcareo-argillosi, alle pendici immediatamente a nord del paese).

Un’inziativa, quella di Go Wine, apprezzabile e davvero degna di nota.

Marco Latour

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