Prova Volkswagen Caddy 1.4 Metano

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Di Caddy si parla ormai da 36 anni, visto che il primo veicolo con questo nome è stato presentato nel lontano 1980 come pick-up. Quella odierna è la quarta generazione di un veicolo declinato nelle versioni commerciali, dedicate al trasporto leggero, e in quelle finestrate a misura delle esigenze di una famiglia.

Negli anni le forme sono state affinate, assumendo stile e dettagli da autovettura di pregio, senza mai perdere di vista gli obiettivi primari: funzionalità e razionalità.

Veicolo multiuso compatto quanto basta per non imporre rinunce quando serve spazio per persone e bagagli, il Caddy ha tra le sue caratteristiche un discreto risultato aerodinamico, che ha benefici effetti sulla silenziosità di marcia e sui consumi di carburante. A proposito di economia d’esercizio, se la tecnologia Bluemotion ha contribuito a ottimizzare le percorrenze, un’ottima opportunità di risparmio è offerta dalla motorizzazione a metano della nostra prova.

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Introdotta circa un anno fa, la versione 1.4 TGI da 110 CV ha rappresentato un interessante esercizio di contenimento delle cilindrate, senza per questo rinunciare a prestazioni adeguate. Il motore, già utilizzato per altri modelli del Gruppo VW, come Golf e Seat Leon, è infatti l’erede del precedente 2.0 Ecofuel, rispetto al quale non risulta meno potente, ma senza dubbio più efficiente.

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Pur trattandosi di una vettura dalla vocazione familiare, senza particolari velleità di eleganza, nell’abitacolo si nota la consueta cura nei dettagli e negli assemblaggi tipica del Gruppo. Rispetto al passato l’abitacolo ha assunto un aspetto più da monovolume che da furgone, raggiungendo un buon equilibrio tra raffinatezza ed ergonomia. Con materiali che danno l’impressione di poter resistere bene all’azione del tempo.

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La capacità di carico è chiaramente una delle caratteristiche più significative del Caddy, ma la funzionalità va oltre il semplice volume di carico nella zona posteriore. Interessanti risultano in particolare la soglia di carico vicina a terra (59 cm) e i numerosi vani portaoggetti nell’abitacolo. Il più ampio e pratico è senza dubbio quello posizionato sopra il parabrezza, largo quanto l’auto.

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Lo stile della plancia riprende quello sobrio, ma allo stesso tempo leggibile ed efficace, tipico della famiglia.

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La strumentazione mantiene quindi la disposizione simmetrica di tachimetro e contagiri, con un quadrante multifunzione al centro. Rispetto agli allestimenti classici, questa bifuel si distingue per il doppio indicatore di livello del carburante: quello del metano è a sinistra, mentre quella della benzina (l’autonomia in questo caso è di circa 100 km) è a destra, all’interno del tachimetro.

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La presenza delle bombole per il gas non compromette la capacità di carico, che è uno dei punti di forza del Caddy. Se tutte le file sono occupate dai passeggeri si può contare su una portata di 695 litri, che possono salire progressivamente fino a 1.923 ripiegando, ribaltando o rimuovendo i sedili della seconda fila

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Al volante si trova esattamente la posizione di guida che ci si può aspettare da un multispazio: confortevole e rialzata, per favorire la visibilità in manovra. Rispetto ad altri veicoli bifuel, si fa notare l’assenza di un tasto per commutare l’alimentazione da benzina a metano.

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Il Caddy TGI è infatti progettato per viaggiare a metano, e il piccolo serbatoio di benzina è da considerare solo una riserva per le emergenze, se proprio non si trovano distributori di gas naturale.

L’assetto è piuttosto morbido, con buone dote di stabilità e tenuta di strada e un elevato livello di sicurezza garantito dalle dotazioni di serie, integrabili con quelle optional. Ci sono sei airbag, il cruise control con funzione di limitatore di velocità e il sistema di frenata anticollisione. A richiesta possono essere montati i dispositivi per la  frenata d’emergenza in città, il regolatore di velocità adattativo e l’assistenza al parcheggio.

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Aspetto e impostazione non invitano a premere troppo sull’acceleratore, e tutto a bordo spinge più alla ricerca della massima autonomia che alla velocità, anche perché sospensioni e impianto frenante non sono quelli di una sportiva. Con i serbatoi pieni lo strumento indica la possibilità di percorrere oltre 650 km, e si tratta di valori non impossibili da raggiungere con un investimento di circa 40 euro.

Non è quindi necessario essere maestri nell’arte della guida al risparmio, ma è sufficiente seguire le indicazioni dello strumento che segnala il momento ideale per cambiare marcia e il rapporto da inserire.

LISTINO: da 20.410 euro chiavi in mano
VERSIONE IN PROVA: 1.4 TGI 110 CV 5 posti – 24.290 euro
GARANZIA: 2 anni o 100.000 km
NOTA: caratteristiche e dotazione si riferiscono al modello in prova, alcuni accessori citati potrebbero quindi non far parte della dotazione standard

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