Martedì 8 novembre si è chiusa la venticinquesima edizione del Merano Wine Festival. Affermatosi ormai da anni nel panorama internazionale come uno degli eventi di maggior importanza dedicati al mondo del vino italiano e dell’alta cucina, il salone altoatesino ha dimostrato ancora una volta di avere tra i suoi punti di forza l’elevata qualità delle bottiglie selezionate.
Le aziende invitate, infatti, sono quelle che producono vini che nelle degustazioni organizzate dal Merano Award Selection hanno ottenuto punteggi pari o superiori a 85 centesimi (su 1000 aziende candidate, quest’anno solo 300 sono state selezionate dalle commissioni The Wine Hunter).
Un altro indiscusso pregio del Festival meranese è l’efficiente organizzazione e la sede straordinaria: il Kurhaus, uno dei centri congressi più prestigiosi d’Europa, ospitato nello storico edificio di fine Ottocento, famoso per il suo lussuoso foyer (la Rotonda) e il sontuoso salone in Jugendstil (il Kursaal), dedicato interamente alle degustazioni (come, del resto, le altre tredici sale della struttura).
L’edizione di quest’anno secondo gli organizzatori ha avuto un grande successo di pubblico, come lasciava presagire il tutto esaurito della seconda giornata di sabato 5 novembre (la manifestazione si è tenuta dal 4 all’8), che aveva addirittura costretto alla chiusura della prenotazione online dei biglietti.
Gli appuntamenti più importati del Festival sono stati organizzati fra sabato 5 e lunedì 7, con la degustazione dei vini delle trecento aziende vitivinicole italiane selezionate, e delle etichette internazionali (tra cui quelle francesi dell’Union des Grands Crus de Bordeaux, solo il 5 e 6, e rare bottiglie libanesi e georgiane); nella GourmetArena hanno trovato spazio le specialità gastronomiche di Culinaria, lo showcooking, le sezioni dedicate ai consorzi, alla birra, al gin, ai territori (con un centinaio di artigiani).
Interessanti anche le Charity WineMasterclasses, le degustazioni guidate benefiche, e la giornata di chiusura (l’8 novembre) incentrata sulla degustazione di oltre 200 champagne.
Marco Latour