Itinerari moto: Dolomiti Friulane

Potremmo definirlo il lato selvaggio delle Dolomiti, quella parte che sta tutta in Friuli e che puntualmente risulta meno nota rispetto al versante in Trentino. Ma l’essere meno noti ha dei vantaggi, ad iniziare dal ridotto affollamento turistico, che permette un approccio più naturale nei confronti di un territorio tutto da scoprire.

Tre giorni, sono il tempo minimo richiesto per esplorare con la dovuta attenzione questa vasta area dalle differenti sfaccettature. Il tutto con una base in cui pernottare, per gestire al meglio le uscite in moto.

L’uscita autostradale più comoda per iniziare il tour è Sacile, da cui ci si può dirigere rapidamente verso la Sorgente del Gorgazzo, a Polcenigo. Una manciata di chilometri separano il casello autostradale da un vero spettacolo della natura: al centro della sorgente un pozzo profondo ben 30 metri, di cui si intravede l’apertura.

Sempre in tema di spettacoli della natura, in prossimità di Sequals si trova Vivaro, un ecosistema che viene paragonato alla steppa russa e che non può essere esplorato con veicoli a motore poiché si tratta di zona protetta. Merita una visita anche Spilimbergo, con in primo piano la Scuola mosaicisti ed una visita che va organizzata su appuntamento.

Un aspetto poco noto di questo territorio, è anche la particolare competenza del distretto di Maniago, in tema di coltelleria. E’ interessante scoprire che sono ben 90 le aziende della zona, impegnate in questo particolare settore. Altrettanto curioso è sapere che l’acciaio impiegato nella coltelleria, viene anche usato per i freni delle auto. I negozi di Maniago propongono numerosi prodotti in coltelleria, che vanno dall’uso sportivo al casalingo. Ma se volete approfondire l’argomento, consiglio una visita al Museo dell’Arte Fabbrile e delle Coltellerie di Maniago.

Da Maniago, è facile dirigersi verso Piancavallo, conosciuta come località sciistica grazie alla sua altitudine di 1.300 metri. La strada da Aviano regala diverse curve divertenti, da affrontare con tranquillità negli ultimi chilometri, vista l’insidia di un limite di velocità a soli 40 km/h. Piancavallo si presta anche per un eventuale pernottamento, grazie al che si fa apprezzare subito per l’architettura esterna.

Scendendo da Piancavallo, in opposizione alla strada percorsa all’andata, si procede verso il Lago di Barcis. La strada è inizialmente divertente in moto, ma poi occorre procedere con cautela, perché in alcuni tratti si stringe parecchio. A livello del lago, si punta verso destra, per ammirare l’orrido che si trova in prossimità proprio di Barcis.

Qualche minuto di sosta, per godere del paesaggio di questo piccolo centro, e procedere verso Poffabbro, uno più bei Borghi d’Italia. In prossimità, meritano anche una breve sosta i paesini di Fanna e Frisanco. E’ possibile raggiungere Poffabbro direttamente dal Barcis, ma la strada è parecchio insidiosa e l’asfalto poco omogeneo.

Dopo una notte di riposo, pronti per procedere con un’altra serie di escursioni che vedono al centro la visita alle grotte Pradis, in località Clauzetto. Da Sequal sono belle strade di campagna, decisamente rilassanti. La musica cambia non appena si supera l’abitato di Clauzetto, ed inizia una imperdibile salita perso la Località Pradis. Arrivati a ridosso delle grotte, bar e ristorante permettono di rilassarsi prima di visitare le grotte (attenzione agli orari di apertura), eventualmente organizzando l’esplorazione dell’orrido di Pradis.

Se decidete di rimanere nella zona, potete anche provare l’esperienza dell’ospitalità con il sistema dell’albergo diffuso. Lasciando Pradis, subito dopo le grotte si attraversa uno spettacolare bosco che invita nuovamente ad una sosta. Non resistete alla tentazione, per poi procedere verso un susseguirsi di paesi con la bella strada che porta a Tramonti di Sopra. Un pezzo che prosegue fino in Carnia, snocciolando Ampezzo, Villasantina e costeggiando Tolmezzo. Forgaria e Pinzano chiudono l’intensa giornata, con una meritata sosta all’hotel Belvedere di Sequals.

Ma giusto per non farsi mancare nulla, alla partenza ecco un altro pezzo di strada imperdibile verso il Vajont. Costeggiando nuovamente il Lago di Barcis, la strada verso la diga si presenta come appagante, sia dal punto di vista paesaggistico che motoristico. Se avete una moto enduro con opportuna gommatura, a Cimolais potete anche deviare verso la Val Cimoliana. La strada alterna asfalto e sterrato, portando al Campanile della Val Montanaia, vero simbolo del Parco delle Dolomiti Friulane.

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