Mobilità verde con i modelli 2016 di Mitsubishi

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La presenza in gamma di tre modelli con caratteristiche “verdi” a vari stadi, recentemente aggiornate, ha spinto Mitsubishi ad analizzare il concetto di mobilità all’italiana in chiave ecocompatibile.

Uno studio articolato, il cui obiettivo è quello di identificare il confine tra la semplice guida di un’auto e un utilizzo quotidiano razionale dei mezzi di trasporto. Gli studi più recenti, come quello Isfort, Osservatorio Audiomob, evidenziano come sulle nostre strade sia in costante aumento la mobilità di prossimità, con il 53,4 per cento degli italiani che effettua nei giorni lavorativi spostamenti inferiori ai 5 chilometri. Una percentuale che solo tre anni fa era inferiore di quasi 8 punti percentuali.

Con queste premesse si può calcolare che per molti automobilisti la percorrenza annua sia prossima ai 12.000 km, includendo nel conteggio anche le gite dei fine settimana e l’esodo estivo. Distanze che per tempi di percorrenza e tipologia di impiego hanno valenze che variano in funzione dell’area in cui si vive. è infatti evidente che percorrenze di 50 km in una grande città, come Milano o Roma, sono molto diverse da quelle in una cittadina di provincia, e ben lontane da quelle di un piccolo paese. Se nel primo caso non si esce praticamente dai confini urbani, nel secondo e nel terzo gli spostamenti risultano ben più marcati.

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Sulla base di queste considerazioni, Mitsubishi Motors ha provato a classificare i possibili clienti in base alla loro relazione con il concetto di mobilità verde a partire dall’ecologico assoluto, vale a dire l’auto a trazione elettrica al 100 per cento. Per loro, in listino c’è la i-MIEV, un’auto a impatto zero che consente di coprire senza difficoltà i 50 km scelti come percorrenza di andata e ritorno quotidiana, ben superiore a quella percorsa da oltre la metà degli italiani.

L'abitacolo di i-Miev
L’abitacolo di i-Miev

La scelta risulta valida anche se i 50 km non sono pianeggianti, poiché la tecnologia di bordo consente di affrontare in scioltezza salite importanti, grazie all’alta disponibilità di coppia, e di ricaricare le batterie in discesa. Senza dimenticare che si può contare sull’abitabilità di un’auto “vera”, omologata per quattro persone.

Outlander PHEV
Outlander PHEV

Outlander PHEV, la  vettura che si è conquistata rapidamente il titolo di ibrido plug-in più venduto in Europa, rappresenta la soluzione intermedia, dedicata a chi ancora teme che l’autonomia di un veicolo che deve affidarsi unicamente alla carica delle batterie non sia affidabile. Recentemente aggiornata nello stile, con un frontale dedicato, che si differenzia da quello delle altre Outlander alimentate solo a benzina o gasolio, permette a sua volta di coprire gli stessi 50 km con la sola trazione elettrica. Poi, una volta esaurita la carica, resta comunque il motore a benzina per una mobilità tradizionale.

In sostanza, la soluzione ibrida ha il pregio di offrire l’opportunità di muoversi a emissioni zero, senza tuttavia modificare le abitudini di chi ha sempre guidato veicoli con motori a scoppio. Evitando quindi tutte le ansie, che derivano dalla ricerca di una colonnina di ricarica quando si vede l’ago dell’autonomia pericolosamente vicino allo zero.

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Una volta a casa, se lo si desidera, si può collegare il cavo alla rete a 220 volts, ma se non è possibile non è certo un problema, il giorno seguente si può comunque ripartire senza alcuna preoccupazione.

La terza tipologia analizzata in chiave “verde” è quella che sfrutta le tecnologie attuali anche senza il supporto di quella elettrica pura, o elettrica ad autonomia estesa.

Space Star
Space Star

La soluzione presa in considerazione è quella offerta dalla nuova Space Star, a sua volta rivista negli interni come nella carrozzeria, con il frontale reso ancora più aggressivo ed elegante da cromature e nervature nel cofano. Una cinque posti a misura di famiglia, che sfrutta al meglio il piccolo motore 1.000 a tre cilindri.

In questo caso, gli stessi 50 km da percorrere possono essere coperti con circa due litri di benzina e di conseguenza con emissioni nocive ridotte al minimo, potenzialmente inferiori a 95 g7km di CO2, valori tra i più bassi in assoluto per la categoria.

Valerio Boni

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