Automobilisti in Cina

In campo automobilistico, la Cina sta prendendo sempre più spazio, diventando anche un nuovo punto di riferimento in termini di design e progettazione dei nuovi modelli. 

Diventa quindi interessante avere qualche informazione in più su questo vasto continente, con specifico riferimento al mondo delle auto. In Cina alla fine del 2016 circolavano circa 194 milioni di vetture, una cifra considerevole, ma ancora più interessante è il volume delle nuove immatricolazioni, pari a circa 20 milioni di veicoli per anno.

Il ridotto numero di auto circolanti rispetto alla popolazione complessiva, evidenzia la predominanza del trasporto pubblico su quello privato.

Un trasporto diffuso maggiormente su rotaia, visto che alla fine del 2009 la rete ferroviaria cinese aveva una lunghezza di 86.000 km, consentendo di guadagnare il secondo posto al mondo per estensione. Inoltre la rete ferroviaria per passeggeri, si è ulteriormente allungata di 2.319 km, il più alto incremento al mondo. A questo si aggiunge l’entrata in servizio dei treni ad alta velocità (circa 395 km/h), che hanno largamente contribuito ad aumentare l’efficienza dei trasporti ferroviari. Ad oggi è stata ultimata anche la linea ad alta velocità, che consente di unire i 1.320 chilometri che separano le due più importanti città della Cina, Pechino e Shanghai. Il treno corre a una velocità di 350 chilometri all’ora, per coprire la distanza tra le due metropoli in appena cinque ore.

Tornando al trasporto privato, quindi all’auto, in Cina si inizia a guidare a diciotto anni: dopo avere ottenuto la carta di identità, sostenendo un esame si può avere la patente di guida.

In linea di massima il modo di guidare dei conducenti cinesi risulta guida corretto, anche per paura dei severissimi agenti (municipali, locali, stradali, ecc.). Ma è facile assistere a manovre da brivido, tipo inversioni ad U, con traffico congestionato. In autostrada, di fatto si supera ovunque ci sia una corsia libera (compresa quella di emergenza). Grande rispetto è ancora dato alle biciclette, che godono di ampie piste ciclabili (ad una o due corsie). Malgrado la densità di traffico, e gli azzardi nella guida, si verificano pochi incidenti anche perché l’auto è un bene prezioso.

Sulle strade cinesi troviamo un gran numero di minibus, seguono le piccole berline di vari costruttori cinesi o di joint venture, le medie (Volkswagen e GM in testa), le Buick (marchio di Chevrolet in Cina) e Hyundai (quasi tutti i taxi moderni). Infine, da notare una nutrita presenza di vetture di lusso quali Mercedes, Audi, BMW (anche nella versione cinese di Brilliance) e Lexus.

Ad oggi in Cina vi sono 43 costruttori cinesi (24 pubblici e 19 privati), e circa 10 joint venture con marchi quali Volkswagen, BMW, Toyota, GM, Kia, Mitsubishi. Oltre a questi marchi, sono presenti tutti i maggiori costruttori mondiali.

Alcuni marchi valgono oltre 1 milione di veicoli per anno, altri poche migliaia. Questi ultimi destinati a chiudere, per evidenti ragioni di economicità (la standardizzazione costa parecchio). Il settore è comunque in fermento sia per volere dello Stato, che per naturale evoluzione. Si stanno infatti creando delle fusioni, che dovrebbero portare alla creazione di 4 grandi gruppi mondiali (da oltre 3 milioni di veicoli/anno) e 4 grandi gruppi regionali.

Un’auto media cinese (paragonabile a Fiat Punto) costa sui 50.000 RMB (circa 5.000 euro). Una media di produzione giapponese oppure occidentale, costa tra i 50.000 e 100.000 RMB. Una piccola cinese (paragonabile a VW Polo) costa circa 30.000 RMB.
Una piccola di produzione europea o giapponese, tra i 30.000 e i 50.000 RMB. Consideriamo che un operaio di una grande città, guadagna circa 3.000 RMB ed un manager 6.000 RMB. Un operaio nella provincia guadagna circa 1.800/2.000 RMB, ed un manager circa 3.000 RMB.

Per quanto riguarda i costi legati al possesso dell’auto, l’assicurazione è costituita da due quote: una fissa di 1.000 RMB ed una pari al 2% del valore dell’auto. Non esiste bollo, ma si paga la targa una volta sola e l’importo varia da città a città (500 euro a Pechino e 3.000 a Shangai). Per la manutenzione, occorrono circa 500 euro per anno per una vettura media; i tagliandi sono ogni 5.000/7.500 km.

Le strade cinese più recenti sono tipicamente a 3/4 corsie e ben asfaltate, mentre le vecchie autostrade sono a 2 corsie per senso di marcia, e le strade principali a due corsie.
Appena si lasciano le direttrici principali, si trovano ancora parecchie strade in pessime condizioni (anche in terra battuta). La segnaletica è quella classica: i cartelli sono tutti in cinese e solo nelle grandi città anche in inglese.

Relativamente ai parcheggi, nelle grandi città, il problema esiste. Sono comunque disponibili grandi parcheggi sotterranei e parcheggi multipiano. L’auto viene spesso lasciata in strada, ove possibile.

Tornando alla circolazione, in città il limite velocità è di 30/50 km/h, mentre su strade extraurbane il limite diventa 70 km/h ed in autostrada 120 km/h.

La benzina è il carburante a maggiore diffusione per le vetture, il Diesel per i veicoli commerciali ed industriali. I trasporti pubblici (bus e taxi), usano prevalentemente GPL o metano. Tanto più, che in Cina vi è il più grande costruttore mondiale di serbatoi GPL (non omologati CE).

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